Freelance: Quanto Valgo Davvero? La Formula del Preventivo Perfetto

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La leggenda vuole che non ci sia un effettivo listino prezzi nel mondo della comunicazione, in quanto essendoci troppe variabili, è quasi utopistico fissare dei prezzi.

Lo stesso lavoro può avere quotazioni diverse tra Freelance o Agenzie.

Perchè se vai al McDrive un panino costa circa 4€, e se vai in un ristorante in pieno centro la cifra si quadruplica?

Forse la risposta è più semplice di quanto tu possa pensare, ma andiamo con ordine e non facciamo confusione.

La Tua Esperienza Conta!

Una delle cose di cui puoi essere certo è la tua esperienza, cosa sei riuscito a maturare, quali nozioni tecniche e logiche hai appreso?

Confrontati con altri freelancer del settore o semplicemente guardati attorno, guarda il tuo portfolio, i tuoi clienti e tira le somme.

Una volta che riesci a concepire la tua posizione, riuscirai a capire cosa puoi offrire a un potenziale cliente e con quali competenze e affidabilità.

Il Tempo è Denaro

In media un consulente può farsi pagare per urgenze un minimo di 30€ e un massimo di 100€ all’ora.

A seconda del progetto che devi realizzare, devi avere ben in mente gli step con i quali compiere tutte le attività.

Cerca di quantificarle in ore di sviluppo uomo, aggiungi il know how è il risultato è il tuo compenso.

La Formula del Preventivo Perfetto

Ho cercato di creare una formula per stabilire all’incirca una cifra di un potenziale preventivo perfetto.

Preventivo = (Know How * Tempo) ^ Brand

Vediamo insieme i vari fattori che possono determinare una cifra da proporre come preventivo.

Know How

Per Know How intendiamo il costo della nostra professionalità e creatività.

Per trovare questo interessante numero potremmo “banalmente” identificare un costo orario in base alla nostra esperienza seniority e conoscenza.

Tempo

Per Tempo intendiamo ore effettive per lo sviluppo dei lavori con lo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Le tempistiche sono dettate dalla complessità del lavoro e le specifiche tecniche da realizzare a seconda del progetto.

Brand

Per Brand intendiamo un valore da 1 a 4 a seconda dell’Azienda o Cliente.

Questo valore lo possiamo associare dalla popolarità e validità del Brand con cui stiamo preventivando il lavoro.

Conclusioni

Ovviamente questa formula vuole solo far aprire gli occhi a tutte le persone che non hanno la minima idea di quanto tempo ci sia dietro a un progetto, sono sicuro che una formula non sia la soluzione finale per tutto.

Cerchiamo di non svenderci mai, lottiamo sempre per far emergere la nostra qualità senza abbassare la testa in ogni occasione.

Un ristorante cinque stelle che offre menù a 5€ sarebbe ridicolo, e viceversa, non trovate?

Cosa ne pensate? Avete una vostra teoria alternativa su cui discutere?

Stratega, Docente, Speaker con più di 12 anni di esperienza in strategie creative multicanale. Oggi sono Managing Partner di ThinkingHat, Innovation Studio specializzato in tecnologie emergenti per aziende e brand audaci.

32 Commenti

  1. Secondo me è giusto non svendersi, però può capitare di cercare un compromesso tra cliente e web designer, magari proponendo non tanto uno sconto monetario ma uno sconto al livello di servizi.

    Io la penso così :D

  2. Spunti molto interessanti Giuliano, ma credo che stabilire una formula per fare dei preventivi sia molto complesso: per almeno 2 punti c’è almeno un punto di domanda:

    Tariffa oraria: quant’è la tariffa secondo te giusta da chiedere? questa tariffa dipende dal mio Know How?

    Brand: come faccio a stabilire l’importanza del Brand? per me può avere valore “5” per un altro “8”.

    Se mi vengono in mente altri dubbi te li scrivo..;)

  3. Svendersi non è mai una prima opzione di scelta, ma potrebbe diventare una necessità.

    Se a Maggio hai determinate spese fisse e non hai commesse per riuscire a coprirle adeguatamente, oppure le richieste sono minime e devi fare cassa/liquidità (es: ci son le tasse da pagare), l’offerta di prestazioni grafiche ad un prezzo accessibile ad utenti normali, potrebbe rappresentare la via di fuga.

    Lo stesso comportamento che attuano le aziende che operano con Groupon o Groupalia, tolta una questione pubblicitaria, offrendo un loro servizio low cost, hanno la possibilità di incassare (subito!) “X” volte la cifra pattuita, generando liquidità.

  4. salvatore

    @ Federico Pian:
    A parer mio a dar valore al brand dovrebbe essere il suo volume d’affari.

  5. Purtroppo il “farsi pagare” e “preventivare un lavoro” senza svendersi e’ uno dei miei nei, oltre che la parte peggiore del mio lavoro.

  6. Ciao julius, il più delle volte il fatto non è quantificare quanto dobbiamo chiedere al cliente, ma convincere il cliente che la somma che gli stiamo chiedendo sia adeguata al servizio che offriamo. Mi è capitato spesso di avere a che fare con clienti che del mio “know how” gliene fregava ben poco… Quindi in questi casi cosa si fa? Lo fai a 100 euro meno o rinunci al lavoro? Vorrei sapere come vi comportate voi. Io personalmente credo che il fatto di stabilire un valore per il mio know how non sia un qualcosa facile da far capire ai clienti (soprattutto se il loro interesse è avere un sito al minor prezzo), come dice fede, quello che per me è 10, per il mio cliente potrebbe essere ininfluente. Vorrei un pò capire quali sono le vostre strategie in queste situazioni..

    Ciao! =)

  7. Daniel79

    Un altro problema è che in rete trovi un sacco di software che ti fanno il sito anche in flash praticamente a gratis, quindi la gente che di siti web non se ne intende appena gli fai un preventivo sopra i 100 euro ti guarda come dire questo è matto…

    Il lavoro che c’è dietro alla realizzazione di un sito web molti non lo conoscono, tanti pensano che fare un sito web sia semplice come giocare a farmville su fb… Forse se si conoscesse di più il dietro le quinte del nostro lavoro saremmo più apprezzati.

  8. Federico Pian ha scritto:

    Spunti molto interessanti Giuliano, ma credo che stabilire una formula per fare dei preventivi sia molto complesso: per almeno 2 punti c’è almeno un punto di domanda:
    Tariffa oraria: quant’è la tariffa secondo te giusta da chiedere? questa tariffa dipende dal mio Know How?

    Dipende da ognuno di noi, come ho scritto nell’articolo una volta che tu acquisisci certe nozioni da rivendere, devi riuscire a capire quanto possono valere per il brand con cui devi collaborare.

    300€/400€ è la tarriffa giornaliera (h8) che un consulente esperto può richiedere andando in sede a offrire la propria consulenza.

    Poi ovviamente ci sono le urgenze e altre piccole variabili che possono aumentare o diminuire la somma.

    Brand: come faccio a stabilire l’importanza del Brand? per me può avere valore “5″ per un altro “8″.
    Se mi vengono in mente altri dubbi te li scrivo..;)

    Io intendo dire brand o clienti sui quali con una piccola indagine puoi capire il volume d’affari…

    Mettiamo caso fare un sito web + logo per Una media Azienda o per Benetton.

    Media Azienda: 1

    Benetton: 3

  9. Grande Julius, articoli sempre interessanti!

    Grazie per la condivisione di idee e riflessioni, non smetterò mai di dirtelo!

  10. Articolo molto interessante.. la cosa più difficile come dicono in tanti è far capire ai nostri clienti il valore…

  11. @matteo marangoni: Tutta una coincidenza, questo articolo era in bozza da lunedì scorso ^^

    @Daniele: Svendersi mai, ma arrivare a compromessi si, sempre a seconda del brand.

    Io fare compromessi con PINO Carrozziere, Da Gigi Risorante ecc. non ne ho neanche il tempo, mentre farlo con brand grandi magari ha più senso, parliamo di cifre diverse è ovvio.

    Poi se le nostre esigenze sono diverse, ognuno può ragionare con la sua testa, ma una volta che ti svendi perdi tu stesso fiducia nel lavoro che fari per i prossimi clienti..

    Un ristorante che vende menù completi a 5 euro per 1 anno, dopo sarà molto difficile venderli al giusto prezzo come 50 o 100…

    @Daniel79: Sappiamo tutti che esistono centinaia e centinaia di software e template pronti all’uso, ma se siamo ancora qui un motivo ci deve essere…

    Lo studio e analisi che vi è dietro ad ogni progetto è quello che conta, puoi farmi anche un bel design ma se non sai come applicarlo per rendere usabile e accessibile alla progettazione del sito rimane solo bello e non funzionale.

  12. Forse è utopica la formula, ma sicuramente è un primo passo per capire quanto potremmo chiedere per lo sviluppo di un progetto.

    Anche io penso che un preventivo varia a seconda di chi mi trovo davanti o il brand.

    Sarebbe impensabile chiedere 2.000€ per un logo a Nike non trovate?

  13. Ok, Julius siamo d’accordo allora… svendersi mai, ma comunque sapersi adattare alla situazione. Il fatto che preoccupa è appunto quella categoria che è disposta a fare un lavoro sottopagato, danneggia sicuramente anche gli altri… Quindi la mia domanda è.. Bisogna preoccuparsi di questa “concorrenza scorretta”? O nel lungo periodo verremo ripagati? Un conto è prendere un lavoro per grosse aziende, un conto è lavorare per dei “semplici clienti” (ristoranti, piccole aziende, ecc) dove anche un 50 euro in più fanno la differenza, e il sito verrà fatto dall’amico, del cugggino, della sorella della madre dello zio del committente. In ogni caso credo che le difficoltà siano tutte all’inizio.. poi come giustamente dici per PINO “il carrozziere” non si avrà neanche tempo per stare li a discutere…

  14. Trovo abbastanza giuste queste considerazioni Julius…
    Però poi dipende sempre come tue ed altri avete ben detto

    magari mi capita di fare un logo, e vendere il progetto compreso di manuale operativo ecc… a 800 €
    e magari perchè quel giorno molto ispirato ci metto 30 min. a realizzarlo

    …e magari altre volte il cliente si mette a ridere davanti a certe cifre (esagerate secondo loro)

    poi alla fine sta a noi fare la scelta…se stiamo con l’acqua alla gola magari lo stesso logo (fatto in mezz’ora) lo si può s-vendere a 200€ ;)

  15. Cmq mi e’ capitato di vedere siti internet di web designers ( creati con template”preconfezionati”, magari con qualche modifica. Fin quando ci saranno in giro queste porcherie che “svalutano” il lavoro di un professionista le cose non cambieranno.

  16. @ Davide:
    Ho notato anche io qualche template preconfezionato e modificato, ti pongo una domanda: e se fosse questa la nuova tendenza per clienti minori?

    Ovvero, l’azienda A, prima di decidere di investire in modo definito e consistente sul web, prima vorrebbe fare delle prove, non credi? Tu spenderesti 1.000€ come piccola azienda per fare una prova? :)

    Il lavoro di un professionista è sicuramente da considerare per un restyling di una realtà consolidata.

  17. @ Nikopolidis:
    In realta’ non mi riferivo ai clienti (template preconfezionati) ma agli stessi web designer che utilizzano template nei propri “portfolio”. Come si fa a proporre al cliente uno sudio di design, usabilita’ e qunt’altro quando noi stessi utilizziamo template? Allora hanno ragione quando dicono: …ma io veramente ho visto un template professionale a 50 euro. Non ho nulla in contrario nell’utilizzo di template per “clienti minori” che chiedono esplicitamente di voler spendere poco. Quello che dico io e che non possiamo pretendere di chiedere per un sito 3000 euro quendo il nostro non ne vale piu di 50 euro…

  18. Senz’altro argomentazioni che da sempre “tormentano” il mondo freelance un po’ in generale. Nello specifico le “linee guida” da te proposte sono un po’ così così…ovvero, sono parametri un po’ indefiniti che non ti portano ad una certezza assoluta e soggettiva diciamo.
    Parliamo già del brand…facile dire: media azienda 1, l’altra (evito di far pubblicità) 3; perchè non media azienda 1, l’altra 5?
    Si dovrebbero fissare allora dei parametri specifici per poter analizzare un brand, ma visto che in questo settore si ha a che fare con brand che operano nei più diversi settori, non è certo semplice fissare gli stessi parametri per tutti e quindi ci si trova un po’ punto e a capo. E anche se si riuscisse a trovare tali parametri un po’ per tutti, si dovrebbe perdere un bel po’ di tempo solo per analizzare il brand e trarre le dovute conclusioni (alla fine da web designer/webmaster si diventa analisti di mercato :D), che tra l’altro a questo punto dovremmo includere o meno nei costi da presentare al cliente?
    Così come il know how non ha delle possibili linee guida oggettive diciamo.

    Morale della favola, è tutto un discorso così soggettivo che come dire, ognuno fa da se come vuole, quindi una formula da adottare sembra si utopia. O almeno tale “formula” proposta è troppo generica da non esser particolarmente d’aiuto a mio avviso.
    D’altronde forse è semplicemente il mondo freelance, come dire, quasi senza regole oggettive, ma solo soggettive da non poter tracciare uno “standard”.
    Se vogliamo, puoi pretendere di farti pagare quanto ti pare, sta poi al cliente (anche) guardarsi intorno magari.

  19. Giuliano guarda che per scrivere (Know How * Tempo) * Brand è sufficiente scrivere Know How * Tempo * Brand.
    La matematica almeno..

  20. Grazie per le riflessioni, forse è utopistico parlare di formule perfette ma sicuramente è un primo passo per capire come muoverci..

  21. Grazie julius per le tue guide, mi stanno aiutando molto!

    Non commento spesso ma ti leggo sempre! complimenti continua in questo modo!

  22. marcello

    Sono d’accordissimo con il fatto di non svendersi ma le realta’ del web cambiano tantissimo anche in base al territorio in cui si lavora per esempio io spesso mi trovo a “svendere” se cosi si puo’ dire un lavoro visto che dalle mie parti si lavora solo ed esclusivamente per conoscenza o perche i prezzi sono bassissimi ( questo vale anhe per aziende che i dindini ne hanno in abbondanza visto che è proprio una questione di mentalita’) quindi porgo a tutti una domanda:
    In questi casi meglio non lavorare o lavorare e portare la pagnotta a casa “svendendosi” in attesa di tempi migliori ?

  23. marcello

    @ Julius:
    Si e’ vero spesso è frustrante battagliare con PINO Carrozziere e Da Gigi Risorante pero non tutti hanno la fortuna o le competenze per beccare i pesci grossi soprattutto per chi inizia a fare questo lavoro…..
    Io sono d’accordo con tutte le belle premesse perche’ e’ giusto lavorare senza svendersi pero’ purtroppo la realta’ e’ diversa.
    Siamo fortunati che la nostra passione o hobby e’ diventato il nostro lavoro pero’ lavoro significa anche guadagnare.

  24. Beh, il bello di un lavoro di consulenza è anche il suo principale difetto, si lavora spesso in concorrenza di prezzo piuttosto che di prodotto.
    Il tuo tentativo Julius è apprezzabile, anche se difficile da quantificare caso per caso.
    Per me il Know How va stabilito sulla base di anni di esperienza e portfolio.
    Se lavorate nel web da più di 3 anni potete e dovete chiedere di più per le vostre competenze, stessa cosa se lavorate da 2 ma avete fatto mini-siti o animazioni in flash per gente mica male come Lacoste o Diesel.
    Il compromesso è quindi di base: anni/portfolio.
    Poi non c’è solo il Brand del cliente, c’è anche il vostro.
    Dovete chiarire a voi stessi qual’è la vostra politica in generale con i clienti, non ve ne volete far sfuggire neanche uno o c’è un limite di preventivo a cui non vorrete scendere a compromessi ?

    Nella prima ipotesi dovete preparare un pacchetto beginner, che vi faccia lavorare il giusto e accontenti il cliente con un budget anche risicato.
    Personalmente non ho mai fatto siti, anche quando ero alle prime armi, per meno di 200 euro. Il mio consiglio iniziale è , a meno che non stiate facendo il primo sito a qualche zio non scendete mai sotto la linea dei 200 euro, poichè un cliente che chiede di meno non ne porterà mai un altro che vi pagherà di più e in ogni caso non sarà mai in grado di farvi una buona pubblicità. Altro particolare, per un budget del genere non farete mai un buon lavoro in termini di impegno e ricerca.
    Sotto questa linea di budget il sito per me si chiama “regalo”, ma è più raro di un anno bisestile nel mio caso.

    L’obiettivo iniziale è : fare portfolio. Solo dopo potrete pensare a chiedere un sostanzioso aumento ai vostri clienti. Il lavoro Freelance non è soltanto fare ed essere pagati, ma anche comunicare le vostre capacità , offrire le migliori soluzioni ai problemi dei clienti, ma soprattutto sorprenderli offrendo loro faraoniche opportunità. Cosa del tutto lecita visto che una buona e mirata strategia SEO può del tutto rivoluzionare il ritorno di investimento (ROI) di un imprenditore qualsiasi sulla rete.

    Ultimo consiglio, sui budget risicati c’è solo una regola, pompare il preventivo sugli aggiornamenti o offrire il sito senza chiavi in mano… a buon intenditor… ;)

    Questo è in genere il mio approccio al settore !

    D

  25. Ergosagitter

    Salve a tutti, questa è la prima volta che commento un articolo, ma l’ho fatto perchè è molto sentito da tutti noi freelance, ma io dico più professionisti di un’ingegnere, avvocato o dottore commercialista…Cmq al di là della questione della professionalità, molto descriminatoria..Io penso che la formula di Julius sia da prendere in considerazione ma dove ognuno di noi varia il proprio compenso in base alla propria valutazione del Brand. Infatti quando parliamo dipende da chi abbiamo di fronte non mi piace molto come frase perchè l’avvocato, l’ingegnere o tutti quelli che appartengono ad un’ordine professionale, non fanno distinzione se il processo è per pingo pallina o per Berlusconi…ma si valuta solo la complessità del caso…e poi il ritorno di immagine invece può far rivalutare il nostro nome..per cui un conto è aver lavorato per il carrozziere o il Ristorante ed un conto a aver lavorato per Marchi come Benetton, Fiat, od altri con brand molto rinomato…
    Quindi in conclussione vedere chi abbiamo di fronte può essere interpretato come un segno di non professionalità, perchè il mio valore professionale ha valore sia se di fronte o il carrozziere e sia se ho di fronte il grande Brand..almeno è come la penso io…

  26. Sì. sono d’accordo anch’io. Più che Brand è da valutare la complessità.
    Magari un azienda grossa non ti chiede che un classico sito istituzionale di 7 paginette più privacy e compagnia bella.

    Pino il carrozziere invece ti chiede di integrare un e-commerce per la rivendita di gomme. Un area in cui per esempio l’utente può scegliere il modello di auto e cambiarli il colore o sapere quanto gli verrà a costare certi interventi del carrozziere, con un preventivo on line in real time con l’auto che si aggiusta man mano che seleziona le voci da riparare con effetti flash.
    Poi visto che rivende anche alcune auto ci devi aggiungere un area CMS per farli gli gestire gli aggiornamenti di queste auto.

    Insomma. Secondo me Brand o non Brand, è la complessità del progetto da valutare e niente altro.

    Io i preventivi li calcolo così:

    Definizione di pagina A, B , e C.

    Dove la A è semplice (un semplice testo ripreso da una brochure, in cui ci andrai a modificare magari le parole per il SEO e aggiungere un immagine
    … e la valuti magari a 30 euro

    B dove la pagina avrà bisogno di un Know How maggiore. Qualità che reputi di un livello più elevato. Effetti speciali di grafica e ottimizzare delle foto in alta definizione con fotomontaggi o chi più ne ha più ne metta.
    … e la valutiu magari a 40 euro

    C pagina complessa, in cui devi per esempio devi mettere mano in un form complesso di richiesta preventivo particolare.
    … e la valuti magari a 60 euro

    Basandomi sull’elenco completo di tutte le pagine che andranno a comprendere il sito aggiungo accanto le lettere corrispondente.

    Quindi:

    B Home
    A Chi siamo
    B Gallery
    C Preventivo
    A Contatti

    Quindi poi si va a moltiplicare queste lettere per il tempo in cui pensiamo metterci.
    Esempio: Nella gallery quella pagina sarà divisa in 6 fotogallery e per ognuno dovrai metterci 2 ore.

    (B x 2 h) x 6 pg ovvero (40 euro x 2) x 6 = 480 euro

    e potrebbe dare quindi questo risultato:

    B x 4 Home = 160 euro
    A x 1 Chi siamo = 30 euro
    B x 2 x 6 Gallery = 480 euro
    C x 4 Preventivo = 240 euro
    A x 1 Contatti = 30 euro
    TOT= 940 euro
    E poi a quello aggiungici il costo delle eventuali foto professionali, hosting, bla bla bla.

    Il costo a ora in questo caso non esiste. Esiste il costo del tuo know How per la pagina.

    Che ne dite?

  27. @ Lorenz:
    Si, l’approccio mi piace, in pratica ogni tipologia di pagina (io ne individuerei 2 non 3) ha un costo orario. Si sommano le pagine, si sommano gli altri eventuali “lavori” e si fa il totale.

    Personalmente scorporerei il costo del SEO che invece renderei una percentuale sul totale delle pagine, così come il multilingua (anche se ho in mente un’idea diversa per quello).

    Per quanto riguarda invece quanto detto sul discorso Brand non credo che possa essere trattato come una semplice moltiplica di un totale. Se per PINO lo vendo a 1000€, per la società famosa diventa 3000€ … non condivido. Secondo me si tratta unicamente di ore da aggiungere. Studiare e seguire la visibilità ed il marketing di PINO è più facile quindi vi si impiega meno ore, punto. Moltiplicare un totale mi sembra eccessivo.

    Ciao

  28. Ciao a tutti. Trovo questo articolo molto interessante e a tal proposito vorrei sottoporre a tutti voi il modo in cui avrei pensato di riadattare la formula per un giusto calcolo del preventivo.

    Difficoltà sito (da 1 a 10) * nr. gg. necessari * valore cliente (da 1 a 5) + (€ 20,00 x nr. trasferte presso cliente)

    Ovviamente i 20 euro sono da considerarsi per spostamenti cittadini.

    Riguardo la difficoltà sito, da 1 a 5 per i siti statici e da 6 a 10 per quelli dinamici.

    Il valore cliente è da 1 a 5 per realtà locali e da 6 a 10 per grosse realtà nazionali e mondiali.

  29. Salve,
    sono un webdesigner e grafico pubblicitario. Lavoro in proprio da circa nove mesi, quindi pochi, ma solitamente non ho problemi a far accettare i miei preventivi, anche perché sono piuttosto conosciuto in zona. Poi mi coccolo il cliente, magari offrendo un piccolo servizio in più senza toccare il prezzo (per evitare di doverlo abbassare) ma c’è un problema: non riesco mai a vendere un servizio di consulenza mensile, nemmeno a “scontare” il prezzo totale. Faccio un esempio.

    Il costo totale del sito internet è € 1000, che diventano € 700 se prendi un pacchetto di consulenza/assistenza che ti costa € 100,00 al mese per almeno sei mesi/un anno. Puntualmente mi rispondono: “voglio avere la possibilità di gestirlo da solo. Se poi mi serve qualcosa ti chiamo” con la logica conseguenza che non chiamano mai e il sito si incasina (e mi vedo costretto a rimuoverlo dal mio portfolio, magari inizialmente era pure un bel sito).

    Sicché vi chiedo: come posso convincere il cliente della bontà del mio prezzo e della reale necessità di una consulenza periodica? Il fatto che una consulenza torni utile per una continua promozione del sito, seo, adwards e tutte ‘ste robe, non viene assolutamente compreso per mancanza di “mentalità” di molti clienti, che pensano che un sito una volta fatto debba stravolgergli (in meglio) la vita senza ulteriori investimenti. Purtroppo il mestiere del webdesigner non è conosciuto, non viene compreso e spesso viene sottovalutato. “Che ci vorrà mai a premere due pulsanti per fare un sito?” alcuni mi domandano, il che la dice lunga.

    Avete consigli da darmi? Grazie anticipatamente!

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